Contro un cielo di piombo, i ciclamini
rabbrividiscono con la testa china;
tremano sugli steli troppo fini
alla livida luce mattutina.
Le nubi nere minacciano dal cielo
mentre la pioggia batte contro i vetri.
Novembre già promette il primo gelo;
la notte porta giorni brevi e tetri.
E’ tempo che la terra si addormenti,
nella promessa di una nuova vita,
che la stagione buia non spaventi.
L’autunno ci rinnova affetti e odori
tra i domestici riti della casa,
e intanto ascolti come piove fuori.
Come è vero,la casa diventa finalmente una "tana"calda calda;come mi piace!
RispondiEliminaEcco la poesia:
Un grigiore di piombo,
un girare di foglia.
Poi un gran temporale
che ti toglie ogni voglia;
ma se il sole riuscisse
con un tiepido raggio,
a forare le nubi,
a crearsi un passaggio,
un bel blu diverrebbe
quel che ora è grigiore,
alle foglie per terra
tornerebbe il colore.
Non sarebbe più freddo,
non più gelido il vento
che avvolge il mio cuore.
ciao
Cara Fata Confetto è splendido questo sonetto, riproduce le luci i suoni ed i profumi di questo mese tanto bello e talvolta anche triste.
RispondiEliminaMi complimento con te, non è facile al tempo presente incontrare persone attaccate agli antichi stili poetici.
Un abbraccio
Giorgio
Un sonetto incantevole che dona sensazioni di tranquilla resa ai mutamenti. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie Rosanna e benvenuta tra le mie parole qua e là:-)
EliminaIl sonetto si ama o si odia: molti ritengono costrittiva una metrica tanto rigida.
Per me è stimolante trovare le parole più sintetiche, ma poetiche, per esprimere le mie emozioni.