L'aquilone di giornale


Carta, spago, un po' di colla,
qualche stecca per sostegno,
ma leggera, canna o legno,
altrimenti non decolla!

In picchiata verso il suolo,
poi di nuovo con un salto
si riprende e torna in volo
tra le nuvole, più in alto.

Puoi formare le sue ali
anche con vecchi giornali:
le parole scriveranno
un messaggio per la gente
che da tempo sta aspettando
e sperando inutilmente.

Tutti quanti a naso in sù
per veder cosa succede
l'aquilone sta lassù,
pronto a dare a chi lo chiede
giusto un filo di speranza,


 o gli dona un sogno vago,
che volteggia e poi va in alto,
pur legato con lo spago.



Non potevo chiamare questa filastrocca semplicemente "L'aquilone", troppo forte l'evocazione della poesia  del Pascoli, che dai primissimi anni del '900 ( Primi poemetti ) parla alla mente e al cuore, dal celeberrimo incipit
 "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico..."
 passato nel linguaggio comune per l'immediatezza di quell'ossimoro così vivo,  e poi l'onda dei ricordi, fino all'epilogo tragico e tenero.
Allora ecco il giornale, portatore di messaggi e notizie, per un aquilone che somiglia all'animo umano: si fa immagine di sogni e desideri, libera la  fantasia e l'immaginazione, ma resta legato alla vita quotidiana, ai problemi di ogni giorno, ma anche alle speranze, alle aspettative ...e si ritorna verso il sogno, il desiderio...
Forse sta proprio in questo cerchio di emozioni il fascino dell'aquilone.