le quattro stagioni di Beniamino: Ssoria d'Autunno

Mi sono  accorta di aver scelto per questa raccolta di  piccole storie stagionali un titolo molto vivaldiano.
In verità qui la musica non c'entra, ma l'armonia spero di sì.
L'armonia della Natura intorno a noi, che in ogni stagione si rinnova nella vita degli esseri viventi, nel ciclo del tempo che accompagna la storia di ognuno.
Beniamino, con l'ingenuità e la sorpresa propria dei bambini, scopre la natura con i suoi ritmi e le sue leggi legate al tempo e allo spazio, impara a leggerne i segni, minimi o grandiosi, ma sempre affascinanti.

 

STORIA D’AUTUNNO
    
         I
"Non lo sai che la magia è nelle piccole cose?"
 Da quando  il venditore di caldarroste gli aveva detto questa frase, così  misteriosa ma, in fondo, così semplice, Beniamino non faceva altro che cercarla, la magia, intorno a sé.
 Non vedeva l’ora di aver finito i compiti per mettersi ad esplorare e, in cuor suo, temeva di non accorgersi della sua presenza. Quindi occhi, orecchi e  mente ben svegli, ma soprattutto cuore, perché è lì che arrivano i messaggi magici, quelli in grado di cambiarci la vita.


 Andava a scovare negli angoli più nascosti della casa i vecchi oggetti polverosi ormai in disuso, che avevano servito la famiglia come domestici devoti : il tagliere e la mezzaluna, il macinino per il caffè,  il calamaio e la penna col pennino, che gli raccontavano di massaie indaffarate e pranzi di famiglia, di scolaretti intenti ai compiti e un orologio con la catena, che aveva passato la vita nel taschino del gilet di un suo trisavolo...e poi   oggetti della sua infanzia che credeva di non poter rivedere mai più.
Il suo orsetto spelacchiato e la tazza coi gattini disegnati dentro, che apparivano quando tutta la pappa era finita e il carillon, che ripeteva all’infinito la sua musichetta  di campanelli dal suono argentino, finché il sonno non lo avvolgeva.
 La mamma aveva conservato tutte quelle cose ...ed ecco che il passato arrivava fino a lui, un filo sottile che lega ricordi ed emozioni.



       II
 Beniamino conosceva da sempre il suo amico delle caldarroste. Fin da piccolo, quando faceva già scuro nelle grigie brevi giornate di novembre, lui gli riempiva il cartoccetto di castagne, arrostite nel grande recipiente con il fuoco sotto, lì, all’incrocio del corso con la strada  che riportava verso casa sua, dove, come per incanto, tutti gli anni, in autunno, il caldarrostaio riappariva.
 Gli sorrideva, con gli occhi grigi come il cielo novembrino, e lui sentiva attraverso la carta quel calore e quell’odore di buono e di caldo, l’altra manina stretta nel tepore della mano della mamma.
“Questa è magica” gli disse una sera, posando sul palmo della sua piccola mano infreddolita una castagna che aveva preso dal grande cesto ricolmo.
 Beniamino la mise in tasca, in fretta, un po’ sorpreso da quelle misteriose parole.
 Ma intanto la mamma, salutato l’uomo delle caldarroste, indicava a Beniamino alcune scatole di colori nella vetrina della cartoleria che si apriva sui due lati del negozio all’angolo. Quelle bellissime cose colorate avrebbero fatto la felicità di ogni scolaro… e poi c’erano sempre novità allettanti, giocattoli, gadget, non si finiva mai di vedere.
A lui piaceva disegnare e qualche volta si divertiva a far parlare i suoi personaggi con i fumetti dentro le nuvolette.
Subito accanto il fruttivendolo esponeva anche all’esterno la frutta e la verdura di stagione:  mele e pere di varie qualità, noci e grappoli d’uva, colori e sfumature dal verde all’oro, dal rossiccio al marrone, una vera tavolozza da grande pittore.
C’erano altri frutti che lui conosceva meno: i caki dal caldo colore arancione che diventava quasi rosso, i melograni con certe crepe nella buccia che lasciavano vedere i chicchi color rubino, come una bocca che ride!
Alcune zucche gialle troneggianti aspettavano il loro momento per festeggiare Halloween… o per essere cucinate in tante gustose ricette.
Un invitante assortimento di funghi dai bruni cappelli, cesti con bacche adagiate su un letto di foglie  e di nuovo belle castagne scure e grosse facevano pensare alla magica atmosfera del bosco autunnale.
Se le grosse zucche gli ricordarono il cocchio di Cenerentola, la vista delle castagne gli riportò immediatamente  alla mente quella promessa di magia e subito con la mano nelle tasca si affrettò a controllare il suo minuscolo tesoro: il contatto con la piccola forma liscia e rotonda lo rassicurò e, conversando vivacemente con la mamma, si incamminarono verso casa, facendo scricchiolare sotto i piedi lo strato di foglie secche che copriva qua e là l’asfalto della strada.
Completavano il suo divertimento alcune pozzanghere non ancora del tutto prosciugate, rimaste dalla pioggia abbondante del giorno precedente, che si formavano sempre nelle stesse posizioni e così lui poteva saltarle, anche ad occhi chiusi, volendo!
Appena rimase solo, a casa, tirò fuori con cura e lentezza la sua castagna speciale, quasi a voler gustare ogni attimo della sorpresa che lo aspettava.
 Stranamente, non si stupì della visione che gli si aprì davanti: il bosco, grandi alberi ormai quasi brulli, il manto di foglie di tanti toni di giallo e marrone che ricopriva il terreno, un mondo di silenzi e di fruscii, di animaletti indaffarati a prepararsi per il lungo inverno, di richiami di uccelli nel gelo, sulla montagna, avvolta in nembi di nebbia e di nubi che donavano al paesaggio un’atmosfera irreale, di sogno, di favola. Allora Beniamino capì che quella castagna racchiudeva la magia della Natura e il richiamo a conoscerla, per viverla e amarla.

23 commenti:

  1. Ciao Marilena, lòa magia sta nelle piccole cose...è proprio vero. Chi sa godere delle piccole cose che la Natura ogni giorno ci regala, come una castagna, impara ad aprire porte magiche che ci portano in luoghi inesplorati o dimenticati. Molto bello questo racconto e altrettanto bello questo tuo blog che non conoscevo.
    Un abbraccio.
    Antonella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Antonella, per le tue belle parole e anche per esserti unita ai lettori del mio blog delle parole.
      Riunisco qui i miei pensieri in versi e in prosa, che mi sarebbe difficile tenere in ordine sul cartaceo, per brutta calligrafia e indole dispersiva.
      " La magia è nelle piccole cose" era la frase che apriva il blog della Fata Confetto, fa parte della mia identità:-)

      Elimina
  2. Cara fata Marilena, è bellissima questa d'autunno!
    La magìa sta nell'apprezzare il susseguirsi dei cicli della natura, è stupefacente!

    L'autunno e la primavera per me sono speciali.
    Grazie Marilena ♥
    Dani

    RispondiElimina
  3. errata corrige.
    Ho mancato una parola "Storia", scusami!
    Dani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Dani,
      apprezzo la tua precisazione.
      Anche a me capita di fare errori di battuta e di distrazione, se me ne accorgo li correggo, ma il senso ci capisce e ti ringrazio per come hai accolto questa piccola storia.
      Spero che anche le successive non ti deluderanno:-)

      Elimina
  4. Che meraviglia di storia, Marilena! Adoro le cose semplici, del resto il mio motto è: "Le piccole cose semplici mi rendono felice." (lo si può leggere nel mio profilo).

    RispondiElimina
  5. Condivido, cara Lella, la tua visione della vita, solo in apparenza minimale, in realtà molto vera, basta soffermarsi a riflettere un momento:-)

    RispondiElimina
  6. Bellissimo questo racconto. Quando si è bambini le parole di un adulto saggio e carismatico, come il venditore di caldarroste, possono aprire il sipario su un mondo magico che poi ci accompagnerà per sempre.
    Complimenti e un caro saluto.
    Giorgia

    RispondiElimina
  7. Grazie , Giorgia, per il tuo commento a questo mio racconto e per esseri unita ai lettori dei miei blog, mi fa molto piacere!
    A presto:-)
    Marilena

    RispondiElimina
  8. Rieccomi dalle care amiche, ora che ho una relativa calma con la famiglia. Quanti ricordi che devi avere di tanti anni di scuola. Tante fatiche ma altrettante soddisfazioni veder crescere i bambini ed aiutarli ad aprire occhi e mente.. Ancora ricordo con affetto e ammirazione la mia brava maestra, con una classe di quasi 50 bambini e molti ripetenti, nel primo dopoguerra. .... Ti auguro una domenica di gioia con i tuoi cari. Bruna. ciaooooo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Bruna,
      le nostre maestre erano veramente maestre di scuola e di vita; la loro eredità morale è preziosa e di esempio per sempre.
      Ricambio con affetto il tuo augurio
      a presto:-)

      Elimina
  9. ...tutti sostengono sia la primavera il tripudio della natura, ma io vedo la sua vera magia nella bellezza dei colori e delle sfumature autunnali... sicuramente!
    bella storia, ha mille aspetti che meritano di essere letti!

    RispondiElimina
  10. Anchi'io sostengo che il primato della primavera sia un luogo comune.
    Ogni stagione ha la sua bellezza, l'autunno trabocca di senzazioni ed emozioni:-)

    RispondiElimina
  11. Davvero bello, questo tuo racconto. Molto musicale e pieno di immagini: leggendolo, sembra proprio di trovarsi “lì”; in un “lì” che è senz'altro un luogo dell'anima, ma non solo.
    Non so se si tratti solo di... piccole cose. Dico questo perché quel che prova e che sente un bambino è per lui che cosa? Il mondo, tutto intero. Senza dubbio.
    Le nostre prime impressioni (positive o negative) ci accompagnano per tutta la vita, talvolta saranno una sorta di destino.
    Si imprimeranno nel nostro animo con forza e decideranno di buona parte della nostra vita.
    E forse, decideranno della via anche delle persone che incontreremo e con le quali cammineremo.
    Ho gustato tanto questo tuo racconto: possiedi un garbo ed una scrittura che dice molto, anche quando sembra che tu scelga un tono minore. Il paragone col Vivaldi “autunnale” rende benissimo!
    Un salutone
    Riccardo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che mi dici, Riccardo, lo ritrovo nei miei ricordi di tanti anni trascorsi nella scuola dell'infanzia, dove la realtà delle cose apparentemente piccole ma fondamentali si vive giorno per giorno.
      Ti ringrazio vivamente per le parole di apprezzamento per la mia scrittura, ne sono molto lusingata!
      Ricambio il tuo saluto:-)

      Elimina
  12. perfettamente ragione è questione di cuore.
    il subcoscio vomita continuamente emotività che si trasformano in pensieri e la sensibiltà andividuale li collega, li avvicina e se creativo in storie semplici, anche in invenzioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Andrea,
      nella mia passata esperienza di insegnante ho esperimentato quanto è ricco di creatività e invenzione il pensiero trasversale infantile, che in seguito permane negli artisti e negli scienziati, ma anche i comuni mortali possiedono questo potenziale, unico e originale di ogni individuo:-)

      Elimina
  13. ti volevo ringraziare per il commento che hai lasciato sul post riguardante la scrittura. Ti aspetto ancora...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Stefania,
      è stato un gioco molto divertente. Ne aveva proposto uno uguale l'animatrice di un corso sulla voce narrante alla Fondazione Teatro Toscana e mi aveva coinvolto moltissimo, come lì da te. Tornerò ancora con piacere sul tuo blog e, ovviamente, spero di ospitarti sul mio!
      :-)
      Fata C

      Elimina
  14. wow! che bellissimo racconto *___* ! Mi ha davvero incantata!
    Adoro le castagne e penso che non le guarderò mai più come prima dopo questo scritto!
    Complimenti!
    A presto... Dream Teller ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio...anche a nome delle castagne.
      Io ho sempre vissuto l'incanto dell'autunno:-)

      Elimina
  15. Molto interessante questo racconto, la magia sta in un piccolo scrigno.
    Ciao Rakel

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Rakel,
      basta poco per appropriarsi della bellezza della Natura!
      :-)

      Elimina