Sssss, dormi, la Befana ti sente...



Passano gli anni e cambia il mondo intorno a noi, ma quando lei arriva, non c'è niente da fare, si prende la scena, da grande protagonista, assoluta primadonna, incontrastata giudice delle nostre azioni, qualità e vizi.
E, a suo insindacabile giudizio, ecco per tutti doni e/o carbone.
Per questo è amata e temuta,con ambivalente sentimento : lei è buona e cattiva, fata e strega, brutta e vecchia( ma non si può dire!) o vecchietta amabile, ma sempre vigile.

 Lei non premia tutti , come Babbo Natale, ma esige  il merito e punisce le mancanze: è questo che fa la differenza!
Sul blog di Mr. Soffio ho trovato un sondaggio sulla strofa originale della canzone della Befana e riporto il mio contributo anche qui,per ripagarmi dell'impegno che ci ho messo!)

"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
e l'ha rotte in cima e in fondo
la befana ha il culo tondo"

Spero che la precisazione geometrica della forma del posteriore della Befana non induca i lettori a tacciarmi di mancanza di netiquette.
Non è per irriverenza verso la cara volitiva vecchietta che in Toscana si descrive questo particolare anatomico, che non è il solo riferimento associato al lato B della ineffabile donatrice di giocattoli e carbone (meritato sempre!).
Infatti il verbo che da noi si usa riguardo alla Befana, non è portare o donare o regalare...ma è, con licenza "caàre"( cacare).Usato anche per minacciare ragazzi e bambini trasgressivi.
Ora anche nel nostro rustico villaggio il vernacolo si è addolcito, ma la notazione antropologica era dovuta.
Con naturalezza e disinvoltura, compassate persone adulte e benpensanti hanno rivolto negli anni ai bambini la domanda" Cosa t'ha caàto la Befana quest'anno?" Oppure la minaccia "Ma la Befana 'un ti càa nulla,ti ci sta bene!".E al rientro a casa dopo una marachella imperdonabile:"Quando lo sa tu' padre, te n'avvedi, ti càa la Befana!" che sarebbe a dire "aspettati una punizione memorabile".
Così la Befana , misteriosa visitatrice di neri e fumosi  camini, dove i piccoli lasciavano un po' di legna perché la vecchietta si scaldasse nella sosta a casa loro, restava nel linguaggio comune di tutto l'anno, ad ammonire potenziali monelli , deterrente antico ed efficace, e poi, nella notte gelida, tutti con gli orecchi tesi per sentire i passi sul tetto, finchè il sonno non faceva posto ai sogni di chicche e balocchi, in attesa che il mattino li trasformasse in realtà:

grazie Befana!

8 commenti:

  1. È giusta. Essenziale.
    Bentornata e Buona Epifania.

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    1. Ciao Mariella,
      la Befana ha perso importanza in questo mondo frettoloso e consumistico, orma non si aspetta più niente, si vuole tutto e subito.
      Vuoi mettere il sapore dell'attesa dei nostri ricordi!
      Buon anno a te e saluti carissimi:-)

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  2. ma ciao è da un sacco di tempo che non passo da te ed ora...sono arrivata no non sulla scopa eh....:-) un caro saluto a te e familiari gatta compresa ce l hai ancora spero....

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    1. Fiore carissima,
      abbioamo tempi lunghi ma la nostra amicizia è sempre verdissima!
      Stiamo tutti bene ( qualche malanno dell'età, ovviamente...)e spero che sia così anche per te e tuo marito, che ti prego di salutare anche da parte di Antonio. E i Mitici??
      Stanzi sta bene, con i suoi quasi 15 anni e il dominio assoluto della casa e di tutti noi. Buon anno nuovo e...ti vengo a trovare sul blog, promesso!!:-)

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  3. Ma tu guarda che cosa apprendo leggendo il tuo post! Certo che le tradizioni, i modi di dire, i ricordi sono così particolari e diversi di luogo in luogo. Ed è bello nonchè divertente scoprirli ;-) :-)
    Un abbraccio e buona Epifania!

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    1. Ciao Maris, modi di dire non sempre elegantissimi, ma che descrivono con efficacia la vita e gli usi di una volta ed è sempre una emozione ricordare i bei tempi.
      Auguri a te e ai cari Monelli per un anno pieno di cose buone:-)

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  4. Che bello conoscere curiosità, tradizioni e modi di dire delle altre regioni d'Italia! Grazie per averlo condiviso con noi!
    Ciao Elisa


    https://ideedililli.blogspot.com/

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    1. Ciao Elisa,
      allargare le proprie conoscenze sulle tradizioni è come abbracciare un mondo che ci appartiene nell'identità e nella memoria collettiva.
      I miei più sinceri auguri per l'anno appena iniziato:-)

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