Sant'Agnese di Andrea Del Sarto
La Piazza dei Miracoli di Pisa ( nome attribuito dalla genialità dannunziana) è senza dubbio uno dei complessi monumentali più famosi in tutto il mondo, una scenografia di impareggiabile suggestione.
I capolavori custoditi all'interno degli edifici che si ergono dal verde smeraldino del prato, rappresentano un tesoro di arte e storia che abbraccia diversi secoli e che da diversi secoli si offre all'ammirazione di quanti, turisti comuni, visitatori occasionali o uomini di cultura, si soffermano a contemplarne la bellezza, tuttavia non vantano una conoscenza altrettanto generalizzata.
Tra queste opere spiccano i 27 dipinti che rivestono la tribuna dietro l'altare maggiore del Duomo, raffiguranti Episodi del Vecchio Testamento e Storie cristologiche.
Tali opere recano tuttavia un intento anche politico, essendo portatrici di un messaggio da parte dei Medici di Firenze, divenuti signori di Pisa, messaggio che esaltava l'obbedienza civile e politica verso i nuovi Signori, per il bene della città, così come nelle pitture viene esaltata l'obbedienza al Signore del Regno dei Cieli.
Questi dipinti furono esposti alcuni anni fa in una grande mostra all'interno del Museo delle Sinopie, antistante la Piazza, una collocazione che, sia pur temporaneamente, permetteva una visione privilegiata rispetto a quella abituale.
Fu in quella occasione che ebbi modo di vedere da vicino le opere esposte e fui colpita da una in particolare: la tavola che raffigura S. Agnese di Andrea Del Sarto.
Non è questo il solo particolare autobiografico che mi lega a quest'opera, poiché nel giorno in cui si ricorda S.Agnese, 21 gennaio, ricorre anche il nostro anniversario di matrimonio.
Le opere della tribuna furono eseguiti tra il XVI ed il XVII secolo dai maggiori pittori toscani, tra cui Andrea del Sarto (autore di tre tele, Santa Agnese, le Sante Caterina e Margherita e i Santi Pietro e Giovanni Battista) il Sodoma e Domenico Beccafumi.
Figlio del sarto Agnolo di Francesco di Luca Vannucchi, da cui l'appellativo tradizionale, e di Costanza di Silvestro, anch'ella figlia di un sarto, Andrea del Sarto, (Firenze, 16 luglio 1486 – Firenze, 29 settembre 1530), fu maestro dell'intera prima generazione dei manieristi (Pontormo e Rosso Fiorentino in primis). Rinnovò il repertorio tradizionale in maniera garbata, accentuando il respiro monumentale delle figure, variando la cromia e la tecnica, con l'uso degli spunti più moderni.
Di notevole importanza è la tavola inviata da Andrea del Sarto a Pisa per la Chiesa di S. Agnese (allora dipendente da San Vito e poi soppressa nel 1780) ed ora collocata nel Duomo.
La tavola raffigura S. Agnese, la vergine e martire che fu una delle prime sante della cristianità e che, secondo la tradizione, visse a Roma al tempo delle persecuzioni di Diocleziano. Agnese è raffigurata come una fanciulla con l'immancabile attributo iconografico dell'agnello, che le fu assegnato a cagione dell'assonanza del suo nome con il termine latino "agnus".
A differenza di quanto è visibile nell'iconografia tradizionale della Santa, i suoi capelli sono avvolti in un drappo di stoffa che li sottrae alla vista ed esalta le fisionomia ancora infantile della Fanciulla martire. Agnese di solito viene rappresentata con le lunghe chiome disciolte, a ricordare il presunto miracolo che la tradizione ci ha tramandato, secondo il quale i capelli della giovane crebbero fino a coprire pudicamente il suo corpo esposto al martirio.
Un altro particolare che si discosta dalla rappresentazione consueta è costituito dalla fronda di palma che la Santa regge nella mano, che qui risulta quasi del tutto chiusa, come un germoglio, una forma di vita ancora acerba: è stato individuato in questo particolare un significato legato alla tenera età della
martire appena adolescente.
La tavola era su due ordini, il superiore con San Giovanni Battista e San Pietro in mezzo ai quali stava una “Madonna che fa miracoli”, oggi andata perduta, e l'inferiore con Sant'Agnese con accanto Santa Caterina d'Alessandria e Santa Margherita. Le loro figure sono state sovente considerate le più belle che Andrea abbia mai eseguite (Vasari) meritandone il loro trasferimento ad opera di Curzio Ceuli, nel 1617, nel Duomo pisano.
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Anzitutto che bello sentirti e spero che tu stia bene.
RispondiEliminaSono stata a Pisa qualche anno fa e quella piazza è a dir poco spettacolare. Grazie per queste tue interessanti notizie che ci fanno conoscere queste opere magnifiche. Buona serata e alla prossima.
sinforosa
Ti ringrazio per le tue premurose parole: sono un po' latitante sui blog e sono un po' presa dalle tante cose della famiglia come è giusto che sia. Mi fa piacere la tua ammirazione per le bellezze della mia città, speriamo di averti ospite di nuovo per scoprire altri tesori meno noti
EliminaUn abbraccio:-)
Marilena
Obrigada por partilhar uma obra tão brilhante.
RispondiEliminaSorrisos de cultura.
Megy Maia
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