Negli ultimi giorni di scuola ho detto per scherzo ai miei piccoli alunni ( ultimo anno della scuola dell'infanzia) questa piccola filastrocca. I primi versi sono la parodia di una nota poesiola sulla pianta del grano che i meno giovani ricorderanno. Poi la"poesia" si muove di vita propria (o meglio di dita proprie nell'esplorazione delle narici) con la naturale conclusione. Avrei voluto contenere la diffusione di questi versi, nel loro piccolo un po' trasgressivi, ma in realtà hanno avuto un'accoglienza esilarante tra i bambini e non solo …
Caccolina dove sei?
la più amata dai miei ex piccoli alunni.
- Caccolina dove sei?
-Nel nasino, non lo sai?
-E lì dentro cosa fai?
-Sto aspettando il tuo ditino
che ci faccia un bel pallino,
e poi, dopo, un volettino!- *
*Accompagnare l'ultimo verso con un piccolo gesto che in Toscana chiamiamo “biscotto” ( scatto dell’indice sulla prima falange del pollice).
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