A teatro


lunedì 15 dicembre 2014          A Christmas Carol  
 La bella facciata liberty del Teatro Olimpia, addobbata con festoni di verde e nastri rossi, ci accoglie, nella pioviggine della serata dicembrina di sabato scorso, quasi ad anticipare il clima del Natale nordico, suggestivo nei colori e nelle luci che come d'incanto emergono dall'oscurità, che costituisce lo scenario della recita di stasera.

Invano il nipote Fred invita il vecchio zio misantropo a passare il Natale in famiglia...









Va in scena "Un Canto di Natale" di Charles Dickens, uno dei più famosi testi della letteratura inglese dell'Ottocento, che in forma di favola edificante racconta la storia del vecchio Scrooge, della sua conversione, da misantropo arido e affarista, a uomo generoso che riscopre lo spirito autentico del Natale, di ciò che è buono  e giusto e che scalda il cuore reso gelido e insensibile dalla brama  di denaro.
Lo spettro del suo socio Marley, morto  da sette anni  è il primo a visitare il vecchio Scrooge
Lo Spirito del Natale Presene mostra a Scrooge che  sono tutti felici sebbene vivano poveramente

Questo radicale  cambiamento avviene in seguito alle visite  dello spettro del suo socio Marley e degli  Spiriti del Natale Passato, Presente, e Futuro, che tessono davanti ai suoi occhi e soprattutto nel suo cuore, la trama di un'esistenza squallida, ma destinata a riscattarsi  prendendo coscienza dei valori umani  reali e profondi che soli danno senso alla vita.

L' Attiesse Teatro Spettacolo e la  Filarmonica Senofonte Prato, in una armoniosa fusione del testo dickensiano, letto e interpretato con intensa partecipazione, con le più amate musiche natalizie, arrangiate ed eseguite in modo mirabile, hanno dato vita ad uno spettacolo di spessore culturale  e artistico  e di notevole impegno recitativo, musicale e scenografico, un impegno ampiamente compensato dagli applausi calorosi del pubblico,  nel teatro completamente esaurito, in un festoso clima natalizio. 




lunedì 1 dicembre 2014            Tosca, Puccini, Vecchiano
 Torna nel  piccolo bel Teatro Olimpia del nostro paese l'emozione dell'opera lirica, con la rappresentazione della Tosca. 
Puccini qui è una presenza quasi familiare.
I natali nella vicina Lucca, la lunga permanenza a Torre del Lago, nella villa-museo che racchiude i ricordi del Maestro, in riva al Lago che tanta parte ebbe nella sua ispirazione.
Erano quelli i luoghi della caccia e degli amori, delle vicende, anche tormentate, della famiglia e della vita artistica.


Tosca, gelosa e appassionata
l'arte e la spiritualità
Il dramma di Tosca, donna di forti sentimenti e indomito temperamento, misti alla grande sensibilità artistica e spirituale, domina la scena per  tre atti di rapida e concisa azione scenica.
La scena è condivisa con il pittore  Mario Cavaradossi ( nella recita di stasera, prototipo del tenore spavaldo, ma di grande potenza vocale e padronanza  del palcoscenico) e con il perfido Scarpia, capo della polizia, figura che il baritono ha saputo rendere in tutta la subdola astuzia al servizio del potere, ma soprattutto del proprio crudele piacere.
Lei, Tosca, comunica, dall'inizio alla tragica fine, una forza d'amore totale, sia quando la gelosia la acceca, quando evoca la sua arte e la sua devota spititualità che nell'azione repentina del  delitto e poi l'inganno atroce e la fine.
Abbiamo assistito ad uno spettacolo di valore artistico e culturale, a dimostrazione che anche un allestimento con mezzi e spazi  abbastanza modesti non compromette la validità di un genere, la lirica, di per sé complesso e costoso.
La condizione per giungere a questo risultato è legata al livello artistico  e alla passione dei cantanti, dei musicisti ( tutta l'opera è eseguita da un pianista e un quartetto d'archi), dei coristi e di tutta l'équipe tecnica.
Il nostro teatro, che è stato fondato da un compaesano con i proventi del proprio lavoro di emigrante  in America, ospitò già opere, commedie e avanspettacolo, come raccontano i più anziani, prima di continuare con la programmazione cinematografica, fino agli anni 70.

Poi un lungo silenzio e il degrado e infine l'acquisto da parte dell'Amministrazione Comunale, la ristrutturazione e la restituzione alla comunità vecchianese.
Il delitto e il gesto di pietà
La platea piena ed entusiasta, con molti giovani presenti, che ha tributato calorosi e prolungati applausi a scena aperta e nel finale, è la conferma che l'opera lirica resta un grande valore, un grande spettacolo, amato e seguito attraverso il trascorrere degli anni e il cambiamento dei tempi e delle generazioni. 


   Viva Verdi!


Buio in sala, poi si levano le note del preludio del primo atto de "La  Traviata".
Vecchiano celebra il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi con un'opera tra le più amate e conosciute anche dal grande pubblico.
Questa popolarità conferma il valore di un messaggio artistico la cui grandezza consiste anche nella straordinaria  dote di coinvolgere tutti, senza distinzioni di censo, di età e di condizione, in virtù della dimensione universale dell'arte vera .
  Ancora prima dell'apertura del pesante sipario rosso inizia l'emozione dell'opera lirica.
 Si scivola da un'aria all'altra, melodie immortali  nell'armonia di canto e musica che accompagnano verso il tragico epilogo la struggente vicenda di Violetta.
Non so da quanti anni nel Teatro Olimpia di Vecchiano non si rappresentava un'opera.
Far rivivere la grande arte del melodramma in un piccolo teatro di paese è, specialmente in tempi difficili come i nostri, un vanto per tutta la comunità; un'opportunità culturale che si fonde

direttamente con la nostra identità e la nostra storia.
Il pubblico, tra cui molti giovani, qualcuno certamente al primo incontro con con l lirica, segue con viva partecipazione e, alla fine, saluta gli artisti con il suo lungo e caloroso applauso: ai cantanti, ai musicisti, a chi lavora dietro le quinte.
Un applauso che riassume l'ammirazione, l'emozione, la conferma che l'opera è viva e amata.
La musica resta nel cuore e ci tiene compagnia...fino alla prosima occasione.
Grazie Verdi, ciao Beppe. 




lunedì 15 luglio 2013

L'avvistamento: ECCOLE!   

L'avvistamento:ECCOLE!
no, falso allarme
Svedesi: Bocca di Serchio=Tartari:Deserto

Come nell'estenuante capolavoro di Buzzati, 
s'aspetta tutto il tempo, 
anche se si sa che non arriveranno mai,
è lì il sogno

Nello scenario del Parco Naturale di Migliarino S.Rossore Massaciuccoli, rivive il passato di quando andare al mare, in Bocca di Serchio, era uno dei pochi svaghi nella modesta esistenza di questi paesi e non c'era niente di più lontano dai miti mondani della vicina Versilia.
 Ieri sera, spettacolo nello spettacolo, l'Associazione ATiEsse ha messo in scena l'adattamento del testo di un autore locale, che la comunità ha voluto ricordare, ambientando nel Parco le vicende accadute poco più a sud, dove il Serchio riceve l'abbraccio del mare, vicende che danno vita al racconto lungo "Le Svedesi".
 Il fantomatico arrivo delle turiste nordiche è lo spunto per tante gustose scene ambientate tra il paese e la spiaggia, prima che la strada comunale traversasse la Tenuta Salviati per dare accesso all'arenile.
 Con il mare alle spalle, nascosto dalle dune  e la macchia di fronte, sempre più oscura man mano che avanzava la notte e la brezza salmastra ristorava gli spettatori  con il  fresco alito marino, non senza l'incursione di qualche inevitabile zanzara, abbiamo assistito ad uno spaccato ironico e  qua e là venato di nostalgia, che ha portato ai più anziani l'eco dei loro anni giovanili ed ha contribuito a far conoscere ai più giovani un frammento del passato, uno strumento di continuità tra le generazioni, a consolidare la nostra identità culturale e affettiva.

La Natura offriva qui, allora come oggi, il suo spettacolo incantato:
Acqua  limpida e ricca di pesci e molluschi, voli e strida di uccelli marini.
Dune di sabbia fine e chiara, colonizzate da piante pioniere tenaci ai venti a al salmastro e poi l'intrico di rovi e cespugli del sottobosco e sopra le chiome scure dei pini, dei lecci ...la macchia fitta  con la sue molteplici forme di vita animale e vegetale.
Grazie all'istituzione del parco Regionale, fortemente voluta dagli abitanti del territorio, non senza lotte e polemiche, mai completamente sopite, questo patrimonio naturalistico, regolamentato dalle indispensabili norme e limitazioni, è a disposizione di tutti, fonte di svago salutare e arricchimento culturale con il solo vincolo dell'amore e del rispetto per la Natura.



mercoledì, 26 settembre, 2012
Vecchiano ricorda Antonio Tabucchi 


Si ricorda Antonio Tabucchi,  a Vecchiano, il 25 settembre, giornata di primo autunno, stagione favorevole ai ricordi.
In programma anche una selezione di letture tratte da alcune sue opere, a cura dell'Associazione Teatro Spettacolo Attiesse. A un certo punto delle prove, i ragazzi non facevano altro che contendersi il verbo "sostenere", di certo per entrare nel clima: un gioco goliardico, ad Antonio sarebbe piaciuto più di qualunque tono celebrativo.
Michelangelo si è trovato alle prese con il mistero sensuale e notturno della Donna di Porto Pim,  pagina non facile per un acerbo ventunenne.
Nel pomeriggio, in parti diverse della casa, secondo i capricci di un vento stanco ma ancora estivo, arrivavano a  ondate  note struggenti di fado,  melodia che attraversa l'anima con  la voce di Dulce Pontes.
Alla sera lei, Yeborath,era lì, sul palcoscenico, insieme agli altri personaggi, ad incontrare i Vecchianesi  che si erano dati appuntamento per rivivere e ricordare uno di loro, uno di noi, che ha portato il nome del nostro paese nel mondo.
Nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, Vecchiano ha tributato il suo affettuoso e partecipato  omaggio ad Antonio Tabucchi, lo scrittore, il compaesano, l'uomo, l'amico Antonio, che, nato a Pisa sotto i bombardamenti del '43, qui nel nostro paese trascorse infanzia e giovinezza, per poi dividere la sua vita tra Italia e Portogallo, dove riposa, a Lisbona, nel Cemetério dos Prazeres.
Un evento articolato in due momenti : l'intitolazione della Bibloteca Comunale, alla quale Tabucchi dette un grande impulso, anche con la donazione di una grande quantità di volumi, ed un incontro serale al Teatro Olimpia, dove la sua  figura di uomo e di intellettuale è stata ricordata dal Sindaco e dall'Assessore alla Cultura e da tre scrittori che hanno raccontato in un libro la loro amicizia con Antonio e la straordinaria esperienza  personale e letteraria che ne è scaturita, alla presenza di un pubblico attento, talvolta commosso, come era accaduto la scorsa primavera in occasione dell'improvvisa scomparsa dello scrittore.

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