Antonio Tabucchi Pisa 1943 Lisbona 2012


La visita di mio fratello Mariano ad un orario inconsueto della domenica pomeriggio  mi ha annunciato la notizia della morte di Antonio Tabucchi,
 senza dubbio il nostro compaesano più illustre.
 Compaesano, e non , più borghesemente, concittadino, è il termine che meglio identifica il rapporto tra il paese di Vecchiano, apparentemente anonimo, finché non ci si sofferma a scoprirne le caratteristiche,  e lo scrittore appena scomparso nella sua Lisbona, patria di adozione non solo intellettuale, come si intuisce avvicinandosi alle sue opere.
Saranno in molti a scrivere della sua vita e della sua morte: intellettuali, letterati, critici, giornalisti. Contrariamente a mio fratello, che nel corso degli anni ha intrattenuto con Antonio un
rapporto amichevole, consolidato da una memorabile visita in Portogallo a metà degli anni 70, io non ho mai avuto l'occasione, e la fortuna, di conoscerlo personalmente, e l'ho conosciuto
solo in qualità di lettrice. Quando dicevo a qualche giovane supplente della mia scuola "Ti faccio passare davanti alla casa di Tabucchi" dalle loro reazioni
 si aveva la conferma che ormai era già un mito.
 Per noi è stato da sempre e resterà Antonino della Riesa ( la madre, levatrice appartenente ad una dinastia di ostetriche: il padre, Adamo, proprietario del bar all'angolo della piazza, centro della vita paesana), che cantava  con gli amici"Cuando calienta el sol" col poncho e il sombrero, che un lontano giorno dei lontani anni 60 partì per il Portogallo.

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